Ansia e immagine corporea

Ansia e immagine corporea

“Ogniqualvolta due persone si incontrano ci sono in realtà sei persone presenti. Per ogni uomo ce n’è uno per come egli stesso si crede, uno per come lo vede l’altro ed uno, infine, per come egli è realmente.”

William James, 1890

L’immagine corporea inizia a costituirsi durante la prima infanzia sulla base di esperienze propriocettive e relazionali; riguarda le sensazioni corporee tattili, visive e cinestesiche.

L’immagine corporea è l’immagine mentale che ci facciamo del nostro corpo, il modo in cui appare a noi stessi (P.Schilder, 1935) e i sentimenti che proviamo nei suoi confronti (sentimenti consapevoli e inconsapevoli).

Inoltre, esiste anche un’immagine idealizzata legata ai valori sociali e culturali che assimiliamo nel corso della nostra vita; intorno al corpo si sono concentrate credenze, pregiudizi, canoni estetici da rincorrere.

Nel corso dei secoli ci sono stati diversi canoni estetici della bellezza: magrezza, opulenza, franca obesità; negli ultimi decenni, sia donne che uomini, hanno sviluppato una crescente preoccupazione rispetto al proprio corpo e questo non ha portato a uno sviluppo di una maggiore consapevolezza di benessere o accettazione ma, ad una sempre maggiore insoddisfazione corporea.

La magrezza è diventata il simbolo universale della felicità associata a richiami come ricchezza, potere che rappresentano canoni rigidi e immodificabili, che prescindono al naturale processo di crescita.

Parallelamente si è sviluppata la convinzione di poter controllare, modificare, cancellare e ricostruire ciò che del corpo non ci piace, ricorrendo anche a massivi interventi di chirurgia estetica (prassi che non avrebbe una valenza negativa se non rappresentasse una corsa ossessiva alla perfezione).

Il non rispondere a canoni estetici presentati dai media crea sensazioni di inadeguatezza, ansia, e tentativi di uniformarsi a tale ideale e, anche se da soli i fattori culturali non son in grado di provocare un disturbo alimentare, giocano un ruolo fondamentale se accompagnati da fattori individuali come bassa autostima, tendenza al perfezionismo e al controllo.

In queste situazioni, per affrontare l’ansia generata da un’immagine corporea che non soddisfa, la perdita di peso sembra la soluzione ideale e in un primo momento sembra essere la soluzione per rinforzare l’autostima.

L’immagine corporea diventa un’area problematica quando il corpo diventa un pensiero fisso: regimi di restrizioni alimentare, condotte compensatorie (vomito, uso di lassativi, eccessivo sport), ansia, paura di accumulare peso, fobie verso il cibo, ritiro sociale (per evitare l’esposizione e il confronto).

Il peso e il corpo diventano la bilancia della propria sicurezza, della propria autostima, della propria adeguatezza.

Un percorso psicologico che verte su queste tematiche avrà come obiettivi il raggiungimento di una maggiore consapevolezza delle dinamiche intrapsichiche che sottendono alle problematiche della costruzione della propria immagine corporea, le sensazioni e le emozioni connesse ad essa, al rapporto con il cibo, alle relazioni e alla storia di vita del soggetto.

Accettazione e recupero della dimensione del piacere senza l’oppressione del senso di colpa per riuscire ad indossare quanto più serenamente possibile le proprie caratteristiche fisiche rappresentate nella mente sottoforma di immagine corporea.

Sarà lo scambio emotivo ad essere al centro della relazione terapeutica.