Attacchi di panico
La caratteristica principale degli attacchi di panico è l’improvvisa insorgenza, senza alcuna apparente motivazione e lasciano un segno profondo nella psiche della persona.
Molte persone ricordano in maniera vivida il loro primo attacco di panico, anche se sono trascorsi molti anni dall’episodio; questo, riconduce al significato di “ferita psicologica ed emotiva” legata all’impatto che le sensazioni dell’attacco portano con se.
Molto spesso, si sviluppano condotte di evitamento di alcune situazioni, eventi o persone che potrebbero favorire l’insorgenza di nuovi attacchi oppure lo sviluppo di una sintomatologia depressiva.
Non sempre il disturbo da attacchi di panico si associa ad eventi negativi o a traumi; può insorgere anche quando i livelli di ansia sono più elevati rispetto alla normalità per la necessità di fronteggiare situazioni di responsabilità (un nuovo lavoro, un trasloco) che richiedono un maggiore impegno personale.
Questo disturbo è caratterizzato da “un periodo preciso di intensa paura durante il quale quattro o più dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti” (DSM V):
- palpitazioni,
- tachicardia,
- sudorazione,
- tremori,
- dispnea o sensazione di soffocamento,
- sensazione di asfissia,
- dolore o fastidio al petto,
- nausea o disturbi addominali,
- sensazioni di instabilità,
- svenimento,
- paura di perdere il controllo,
- di morire,
- parestesie,
- brividi
- vampate di calore.
Solitamente, l’attacco di panico non è prevedibile, insorge dal nulla come un fulmine a ciel sereno, non è associato a particolari situazioni e questo provoca una sensazione di grande smarrimento e paura (terrore).
La sensazione che accompagna molte persone è la totale perdita di controllo su cosa sta succedendo, una grande impotenza; questo, acuisce la sintomatologia ansiosa e determina un impellente desiderio di lasciare il luogo in cui ci si trova per cercare un aiuto di tipo sanitario.
L’evoluzione del disturbo da attacco di panico è vario e può presentare alcune caratteristiche che ne complicano il quadro clinico come, ad esempio, la presenza di ansia anticipatoria: il soggetto inizia a vivere nel timore che le crisi di panico possano riproporsi tanto da presentare uno stato di continua angoscia o apprensione (nella mente si anticipa la crisi e se ne immaginano le conseguenze).
Oppure, ci può essere l’associazione di alcuni luoghi o situazioni con la possibilità che si verifichi l’attacco e questo comporta l’assunzione di condotte di evitamento: si tenderà ad evitare di frequentare quei luoghi e in alcuni casi non si uscirà di casa.
Inoltre, si può sovrapporre un quadro clinico di ipocondria caratterizzato dall’incalzante preoccupazione per il proprio stato di salute e il continuo ricorrere a cure mediche.
In ultima istanza, possono insorgere vissuti di tristezza e scoraggiamento, con sentimenti di colpa e inadeguatezza; i soggetti spesso non si sentono compresi dai familiari o amici con inevitabili vissuti di solitudine e pessimismo.
Le cause degli attacchi di panico possono essere molto diverse tra di loro e spesso tali cause sono ignare al soggetto; lo stress, l’ansia, in relazione a nuove situazioni che si presentano nella vita della persona e fattori concomitanti possono essere delle cause scatenanti come, ad esempio, lutti, traumi, diagnosi di malattie, cambiamenti nella vita della persona, problemi economici disturbi del sonno, relazioni sentimentali-familiari-amicali problematiche, cambiamenti di ruolo (sul posto di lavoro).
Se l’attacco di panico è descritto come un fulmine a ciel sereno è altamente probabile che il soggetto inizi a vivere in un costante stato di ansia anticipatoria: la paura di avere un nuovo attacco che non si può prevedere né controllare.
Si ha paura della paura stessa e questo innesca un circolo vizioso che aumenterà la vulnerabilità del soggetto e inevitabilmente lo esporrà al rischio si sviluppare nuovi attacchi.
Riassumendo, il disturbo di panico tende a insorgere nella tarda adolescenza e nella prima età adulta; gli attacchi possono verificarsi in modo spontaneo e inaspettato, anche di notte mentre si sta dormendo, oppure avvenire in una particolare situazione.
I fattori di innesco possono essere esterni (durante una lezione in classe, mentre si guida, in un centro commerciale), oppure interni (pensieri, immagini, sensazioni, emozioni).
La durata media di un attacco di panico è generalmente dai 5 ai 30-40 minuti.
Se non trattato il disturbo da attacco di panico tende ad avere un andamento cronico; intraprendere un percorso di psicoterapia, senza far passare troppo tempo rispetto la sua insorgenza, può essere molto utile in quanto si andrà a lavorare sui motivi, spesso sconosciuti al soggetto, che causano tali attacchi.
Oltre alla psicoterapia, può essere importante un’integrazione farmacologica quindi l’intervento medico per alleviare i sintomi ansiosi e migliorare la qualità della vita del soggetto.